Il gioco che vorrei: come cambierà il settore con la delega fiscale
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Delega Fiscale, opportunità o rischio? Sembra essere un po’ questo l’interrogativo che gli operatori del gioco pubblico si pongono sull’argomento. Per il presidente di As.Tro, Massimiliano Pucci, “la delega fiscale è l’ultima speranza che il Governo ha di riappropriarsi di qualcosa che è suo, ovvero il gioco pubblico. Ben venga il coinvolgimento degli enti territoriali, purché sia fatto all’interno di principi generali stabiliti dallo stato e che valgano su tutto il territorio nazionale”. Perché dice che la delega è l’ultima occasione per il gioco? “Perché gli ultimi dati della Guardia di Finanza hanno evidenziato una situazione molto preoccupante: il gioco illegale con 23 miliardi di euro di fatturato ha superato, per la prima volta, il gioco lecito. E questo deriva anche dal gioco al massacro che è stato fatto contro gli operatori legali dalle amministrazioni locali. Quello che chiediamo è un coinvolgimento dell’intera filiera, che garantisca pari dignità di tutti gli operatori, considerando anche le dimensioni industriali che le aziende di gestione hanno raggiunto negli ultimi anni”. La delega “è anche importante, perché la presenza dello Stato su un prodotto delicato come il gioco è fondamentale. Non vogliamo tornare a prima del 2003, quando c’era deregulation, non si sapeva dove andavano a finire i soldi del gioco e i prodotti non erano garantiti”, conclude.
Raffaele Curcio, presidente Sapar, aggiunge: “Mi aspetto che chi deve attuarla attraverso i decreti abbia un confronto diretto con la filiera degli operatori, perché fino a oggi è stato fatto in maniera occasionale e senza tenere conto realmente di quello che è il bene del settore. C’è una cecità delle istituzioni verso il nostro settore e questa delega potrebbe essere sia un’occasione per il comparto, ma anche il contrario. Potrebbe cioè porre il gioco pubblico agli ultimi livelli del mercato. Non condividiamo i dati sulla ludopatia che vengono dati dalla stampa nazionale o nei dibattiti parlamentari. I disagi vanno curati e prevenuti e determinate situazioni non devono accadere, però non è possibile tirare fuori cifre e numeri che confondono la situazione. La Delega può essere un’opportunità se viene discussa con gli operatori tenendo conto delle variabili che ci sono. Ci auguriamo vivamente che per attuare tutti i provvedimenti successivi ci sia un confronto e un dialogo con tutta la filiera, compresi gli esercenti che potrebbero essere danneggiati da scelte troppo restrittive”. Si parla di razionalizzazione del parco macchine, cosa auspicate o temete? “Rivedere i numeri ci va bene, ma si faccia attenzione a non dare troppo spazio al gioco illegale e soprattutto non si penalizzi il complesso industriale che ruota attorno al gioco lecito”, chiosa Curcio.
E anche i costruttori chiedono coinvolgimento nelle decisioni. Il presidente onorario di Acmi, Riccardo Chionna, afferma: “La Delega fiscale rappresenterà un momento di profonda revisione per l’intero settore, un’importante opportunità di rilancio e stabilizzazione che deve necessariamente coinvolgere anche il comparto, produttivo e distributivo, delle new slot e degli apparecchi da intrattenimento più in generale. La totale mancanza di una linea comune di intervento stato/regioni ha alimentato una confusione normativa che sta affossando il mercato del gioco legale e sta permettendo il proliferare di forme di gioco illegale che, grazie all’egregio lavoro degli ultimi anni, erano state debellate. Tutti gli operatori del settore ripongono grande fiducia nella discussione che si sta avviando, augurandosi di essere parte attiva ai tavoli in cui si getteranno le basi del lavoro dei prossimi anni. L’esperienza e il know-how acquisito dalle aziende italiane di produzione e gestione è certamente unico ed è una risorsa da sfruttare al meglio. Con sempre maggior frequenza agli apparecchi prodotti e distribuiti in Italia sono richieste elevate performance di sicurezza a tutela del consumatore, argomento sul quale da tempo il centro studi Acmi ha concentrato i propri sforzi investendo importanti risorse nella fase di progettazione e sviluppo. Infatti, per quanto concerne il progetto Awp 3, le imprese iscritte alla nostra associazione, hanno già approntato i primi modelli definitivi, selezionato i componenti, integrato i protocolli. Ciò che auspichiamo per il futuro è di poter essere sempre più coinvolti nella riscrittura delle regole, allo scopo di proporre al mercato un modello di macchina ideale, epurato da inutili complicazioni e che implementi invece sistemi che possano garantire la sicurezza del consumatore e una redditività congrua per l'intera filiera. Siamo stati i primi a denunciare che il contingentamento attualmente applicato avrebbe provocato un surplus di apparecchi in distribuzione, poco utile e dannoso sul fronte dell’immagine. Se a ciò si aggiunge l’effetto negativo provocato, sull’opinione pubblica, dall’improvvisa e costante proliferazione di sale, appare evidente la necessità di riordino generale del mercato che preveda la rimodulazione di alcuni parametri e di alcune caratteristiche. Sull’argomento Acmi sollecita il diretto coinvolgimento delle associazioni dei noleggiatori, principali esperti delle problematiche connesse al territorio, sia in termini quantitativi che in quelli qualitativi”. E sulla tassazione, il numero uno di Acmi aggiunge: “È un argomento delicatissimo, anche rispetto a tale questione il settore soffre dell’approssimazione di interventi il più delle volte dettati dall’urgenza del momento e non piuttosto, frutto di un’attenta e seria analisi. A tal proposito, speriamo che per la prima volta il tema sia trattato con la giusta attenzione e con dei tempi che consentano un confronto collegiale che veda coinvolti tutti, filiera industriale, Monopoli di Stato, Governo e Parlamento”.
UN’OCCASIONE PER CONFINDUSTRIA SISTEMA GIOCO ITALIA - “La delega è già una testimonianza del fatto che è necessario avere un approccio diverso al gioco pubblico e quindi a un sistema regolato da una concessione pubblica. La riteniamo una grande occasione per riscrivere le regole che dovranno governare il settore nel prossimo decennio sulla base dell’estensione di principi fondamentali che sostengono il sistema concessorio: da quello erariale a quello della tutela sociale e ordine pubblico. Su queste tre basi bisognerà costruire un nuovo complesso di regole che rafforzino e non indeboliscano la concessione pubblica e il controllo da parte dello stato sull’offerta di gioco”. È quanto afferma il presidente di Sistema Gioco Italia, Massimo Passamonti, il quale aggiunge: “A maggio 2013 abbiamo presentato un piano di riordino della rete distributiva per le Awp. I principi ispiratori sono quelli della razionalizzazione sia quantitativa che qualitativa, riferita ai luoghi del gioco e ai soggetti che vi operano. Diventerà importante capire che gli effetti di tracimazione dell’offerta che si sono avuti sul territori grazie a una politica molto espansiva, operata da tutti, dovranno essere ricondotti negli argini di un’offerta di gioco pubblico sempre più controllabile e controllata”.
Sulla tassazione, quali sono gli auspici e le preoccupazioni? “Purtroppo negli ultimi mesi si è registrata la conferma di una facile previsione che avevamo fatto: gli aumenti della tassazione sul prodotto hanno determinato nel 2013, per la prima volta, una regressione di tutti e quattro i grandi indicatori di sistema: raccolta, spesa, introiti erariali e ricavi della filiera. Allo stesso tempo, per la prima volta dopo 12 anni abbiamo assistito, così come testimoniato dal rapporto 2013 della Gdf, all’aumento dell’offerta illegale. A ciò occorre aggiungere che la presenza e addirittura la crescita di una rete di raccolta delle scommesse, parallela a quella legale, non autorizzata dallo Stato, continua a produrre un mancato introito milionario a danno dello Stato stesso e della concorrenza degli operatori legali”. Pensa che la Delega possa essere uno strumento per superare la diatriba con gli enti locali o c’è bisogno di attuare altre azioni? “Sì. L’articolo 14 della delega prevede il coinvolgimento degli enti locali. Sarà importante che attraverso gli strumenti previsti dalla stessa Delega, a cominciare dalla Conferenza stato regioni, si possa e si debba coinvolgere tutti gli attori interessati, e quindi anche i concessionari, per definire al meglio politiche e prospettive che rafforzino il presidio pubblico dell’offerta di gioco piuttosto che indebolirlo attraverso iniziative estemporanee e slegate tra loro. A questa prospettiva, che può determinare la scrittura delle regole per il prossimo decennio, regole questa volta ispirate ad una politica di consolidamento dei risultati ottenuti, si è arrivati anche perché il settore e gli operatori del gioco riuniti in Confindustria hanno dato prova di grande maturità e responsabile.
FONTE: GIOCONEWS (7/05/2015)