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Pechino proibisce gli investimenti esteri nel gioco d’azzardo

(Jamma) Nuove restrizioni da parte di Pechino sugli investimenti stranieri in uscita che questa volta andranno a colpire il settore del gioco d’azzardo terrestre come conseguenza della inclusione del gambling tra i settori off limits per gli investitori cinesi.

 

Il Consiglio di Stato cinese venerdì scorso ha infatti emesso un “parere di orientamento” che cerca di incoraggiare gli investimenti in settori coerenti con il manifesto economico “One Belt, One Road” del presidente Xi Jinping.

One Belt One Road è un progetto che prevede il rilancio in chiave contemporanea della Via della Seta.

Il governo cinese ha previsto la costituzione di due percorsi commerciali.

  1. Percorso terrestre: comprensivo di tre diverse rotte atte a connettere la Cina con Europa, Medio Oriente e Sud-est asiatico.
  2. Percorso marittimo: diviso in due rotte – una che dalla Cina si snoda attraverso l’Oceano Indiano, il Mar Rosso e infine si collega all’Europa, l’altra che connette Pechino con le isole pacifiche attraverso il mare di Cina.

“Il governo continuerà a incoraggiare gli  investimenti legali all’estero, specialmente nei progetti legati all’iniziativa Belt and Road  e contribuirà allo sviluppo dell’ industria domestica”, ha detto ieri al quotidiano della China Daily, il portavoce del ministero del commercio Gao Feng.

Oltre al settore del gambling verranno esclusi quello immobiliare e sportivo, per incoraggiare gli investitori verso le infrastrutture e le nuove tecnologie.

Il documento ha inoltre imposto restrizioni alla creazione di fondi di private equity stranieri o altre piattaforme di investimento senza progetti specifici e investimenti limitati che non soddisfano gli standard tecnologici, ambientali o di sicurezza delle destinazioni.

 

“Alcune aziende hanno focalizzato gli investimenti su settori che non sono necessariamente l”economia reale’, come il settore immobiliare. Mentre questi investimenti non hanno portato alla crescita economica, hanno portato ad un aumento dei flussi di capitale che potrebbero avere un impatto negativo sulla stabilità finanziaria della Cina, “ha detto un portavoce del governo.

Nei primi sette mesi del 2017, l’investimento diretto non finanziario in Cina (ODI) è sceso del 44,3 per cento su base annua a 57,2 miliardi di dollari.

Gli investimenti in uscita nei settori immobiliare, culturale, sportivo e di intrattenimento hanno registrato un calo sostanziale nel corso dello stesso periodo, come ha spiegato in una nota il Ministero del Commercio.