Commissione Finanze Senato, Baretta (Mef): “Giochi, nessun fallimento. Approcci proibizionisti fuori dalla realtà. Decreto a rischio per perdita gettito se non si procede secondo accordo”
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(Jamma) – “Emerge anche questa volta un approccio proibizionista, che non è in grado di misurarsi con la realtà. Ma non tanto sulle intenzioni del Governo o delle opposizioni, ma su come di fronte a una realtà che è sfuggita di mano, che è piena di contraddizioni e rischia di essere oggetto di attacchi quotidiani di tipo malavitoso, che presenta un peggioramento complessivo della condizione sociale, la si affronta con una sorta di approccio immaginifico per cui basta chiudere ed è risolto”.
E’ quanto dichiarato dal sottosegretario al Mef, Pier Paolo Baretta, in risposta al senatore Giovanni Endrizzi (M5S) durante l’audizione sui giochi in Commissione Finanze al Senato.
“Invece bisogna fare il faticosissimo lavoro di riformare progressivamente la situazione cercando che ogni scelta e ogni riforma sia irreversibile. Questo è l’approccio, con tutti i limiti, che in questi ultimi 2/3 anni abbiamo cercato di portare avanti. Resta il fatto che un cambiamento c’è stato, perchè per un lungo periodo di tempo i governi di tutti i colori, per varie ragioni hanno affrontato la questione del gioco sottovalutandone l’espansione, fino al punto in cui un approccio esclusivamente fiscale non era più sufficiente. Non è casuale che ancora oggi il settore del gioco sia competenza sostanzialmente esclusiva del Ministero dell’Economia e delle Finanze e che sia stato oggetto di un avvio di riforma dalla delega fiscale. Io sto proponendo che ci sia una riflessione di concetto, con il Ministero della Salute ad esempio, il quale deve diventare protagonista di questa discussione. Altro problema riguarda la questione di misurazione dei risultati, se questa è legata al fatto che siamo sostanzialmente abbastanza agli inizi di una inversione di tendenza della politica e delle istituzioni su un tema di questo tipo, e questa inversione di tendenza va apprezzata perchè deve diventare irreversibile”.
“Noi l’anno scorso abbiamo introdotto un primo elemento di controllo e riduzione della pubblicità, 7-22 sui generalisti, alla luce di quel provvedimento abbiamo constatato che è insufficiente, qual’è ora il passo successivo? A mio modo di vedere è ad esempio un approccio, di cui poi si vedrà il risultato, tipo quello che ci ha proposto il senatore Vacciano, entriamo dentro e vediamo come muoverci. Gli emendamenti presentati alla Camera in questi giorni sulla legge di bilancio sono stati apprezzabilissimi dal punto di vista dell’immagine e della propaganda, infatti dicevano di abolire la pubblicità, punto. Invece bisogna entrare nel merito, valutando la complessità della situazione. Io penso che sulla questione dei canali sportivi, terreno fondamentale, sia chiaro a tutti che si muovono interessi che prescindono dalla volontà politica, e allora o c’è una coesione della politica stessa per fare dei passi avanti e creare dei limiti o è chiaro che saranno solo chiacchiere. Il governo ha fatto passi concreti, non basta sicuramente solo la limitazione sulla Rai, ma intanto lo abbiamo fatto” ha aggiunto Baretta.
“Non è vero che è fallito il lavoro di argine o che non lo si voleva fare, in tre anni non si misurano i successi o gli insuccessi su una materia così delicata e in modo così totale come fa il senatore Endrizzi. Perchè le Awp e non le Vlt? Al Governo è stato chiesto di iniziare ad intervenire subito sul settore più esposto dal punto di vista della distribuzione, quindi noi ci siamo assunti questa responsabilità e abbiamo affrontato il nodo più esposto, 400mila Awp distribuite senza alcuna razionalità sul territorio. Si è reagito ad un certo punto con la teoria delle distanze ma si è constato insieme che non bastava, quindi ci siamo posti il problema di partire dalle Awp anche perchè sono quelle per le quali è più difficile un controllo sui minori dato che si trovano nei bar e nei tabacchi, le Vlt invece stanno nelle sale. C’è stato un cambiamento di sensibilità in questi tre anni, basti pensare all’online che al tempo era poco considerato. Ad esempio è molto probabile che continuare ad occuparsi del gioco fisico diventi roba vecchia, quindi prima chiudiamo il capitolo Awp e meglio è. Così potremo concentrarci sulle Vlt, su cui abbiamo fatto un primo intervento, e sull’online. La proroga – ha spiegato il sottosegretario – è legata al fatto che abbiamo impiegato tanto tempo per fare l’accordo con le Regioni e avevamo bisogno di questo tempo per poter ripartire con le macchine da remoto. Io personalmente ho sempre pensato che era meglio la gara”.
Sul decreto “è pronto ma c’è un problema, mentre gli effetti sul bilancio per il contenimento delle Awp sono abbastanza sotto controllo, quello che produrrà l’impatto e stiamo cercando di calcolare sono due cose: l’effetto della riduzione dei punti gioco e le scelte delle Regioni. Per cui se non armonizziamo e si procedesse sulla strada per la quale anzichè l’equilibrio proposto nell’accordo si vada verso situazioni stile Piemonte è chiaro che la perdita di gettito a quel punto, come la redistribuzione, sarà tale da complicare la realizzazione dello stesso decreto”.