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Riduzione del gioco legale porterà a ritorno all’illegalità

"Sicuramente occasioni di confronto come questa di oggi sono essenziali per affrontare tematiche importanti come la fiscalità e il controllo.Il valore del controllo per quanto riguarda la rete legale ha un valore strategico e qualifica il gioco legale, differenziando lo da quello illegale. I controlli hanno una diversa tipologia e riguardano momenti differenti: dall'ingresso nel settore del gioco di un soggetto alla gestione o conclusione di una attività”. Lo evidenzia Roberto Fanelli, a capo della Direzione Centrale gestione tributi e monopolio giochi dell’AdM, nel suo intervento al convegno ‘Apparecchi da gioco lecito: contabilizzazione dei ricavi. Alla luce della nuova metodologia di controllo sulle imprese di settore’, che si tiene oggi nell’aula magna della facoltà di lettere dell’Università Roma 3.  “Ci sono controlli che derivano dagli obblighi convenzionali a quelli tecnici o sui requisiti. Sono controlli molto articolati, ma che danno un valore strategico di enorme rilevanza che qualifica la rete legale. Questo ci porta a dover fare alcune osservazioni sull'esistenza della rete legale. Purtroppo una parte dell'opinione pubblica ha spostato l'attenzione su un falso problema: gioco sì o gioco no. In realtà la questione deve essere impostata su gioco legale e gioco illegale. Questa non è un'opinione ma un fatto dimostrato dalla storia. La caduta della raccolta del gioco prima del 2001, era data dalla diffusione dei videopoker, secondo uno studio e l'esistenza della rete legale era data solo regolamentando il gioco. Cosa che è avvenuta dopo il 2003. Se riduciamo il gioco legale, quindi, porterà a un ritorno dell’illegalità".

IL CASO BOLZANO - L'esempio di Bolzano, dove le slot sono state tolte dai bar, "ha portato a una situazione di profonda illegalità, con i bar pieni di computer dove si gioca. Chi sta dietro il gioco illegale non è conosciuto, non sappiamo le cifre occultate dal fisco e non possiamo per questo tutelare il consumatore. Una buona parte del gioco illegale è transitata negli anni della regolamentazione nell'area legale, come stimato dalla relazione della commissione parlamentare antimafia del 2006. Se quindi si vuole eliminare il gioco legale torneremo indietro e daremo spazio all'illegalità. La vera opzione, quindi, è se vogliamo il gioco legale oppure se vogliamo tornare al proibizionismo. Il ruolo che lo stato assume, quello di controllare il gioco, consente di far emergere una realtà imprenditoriale come tante altre che ci sono nel mercato".

UNA GIUSTA MISURA - Fra le piaghe sociali, "prima del gioco, ce ne sono altre e vorremmo vedere una proporzione nell'informazione tra i diversi tipi di dipendenza o di problemi sociali. Questo non significa che non bisogna intervenire nei casi di gioco patologico, ma l'opzione su cui va fatto un ragionamento è gioco legale e gioco illegale. L'amministrazione hanno sempre cercato di organizzarsi dopo la fusione tra Dogane e Monopoli ed è stata costituita la sezione controlli e accertamenti sulla fiscalità con delle linee guida per gli uffici periferici per dare una sistematicità e ragionevolezza dei controlli. Abbiamo, sull'ingresso degli operatori di gioco, una normativa che è la più restrittiva del mondo, soprattutto per i concessionari. Ci sono poi controlli su soggetti non concessionari, come chi gestisce una sala di gioco. Inoltre c'è un elenco per gli operatori a cui ci si deve iscrivere per poter operare e che ha delle condizioni all'ingresso molto stringenti ed è giusto che sia così. A breve pubblicheremo il libro blu con i dati dell'agenzia delle dogane e dei Monopoli, con dati anche sul gioco. Noi sappiamo in ogni comune quante Awp e Vlt ci sono. E ci sono anche i numeri sul controllo e sul Preu recuperato".

I NUMERI DEL 2013 - Nel 2013 "sono 23.100 gli esercizi controllati (30percento del totale) e da questo emerge che siamo di fronte a un mondo controllato. Tra 2012 e 2013 è scesa la raccolta di circa 4 miliardi, come e' scesa la spesa. Nel gioco online abbiamo 700mila giocatori, con una spesa media di 250 euro a persona nello scorso anno. Ci sono troppe Awp, questo è vero, come lo è la necessità di un maggiore controllo dei minori, ma è anche vero che questo e' un settore altamente controllato e non va demonizzato", conclude Fanelli.

FONTE: GIOCONEWS