Lotta al gioco d’azzardo, sequestrati pc usati per scommesse
- Dettagli
- Categoria: News
- Visite: 1213
Nell’ambito di un programma di controlli disposto dal questore di Viterbo, finalizzato al contrasto del gioco d’azzardo ed alla verifica della regolarità della agenzie di raccolta scommesse su eventi sportivi, il personale della divisione di polizia amministrativa della questura ha proceduto a numerose ispezioni e verifiche, sia nel capoluogo che in alcuni comuni della provincia. Nell’ambito di tale attività sono state individuate tre agenzie, facenti capo a bookmakers stranieri, che operavano senza la prevista concessione dei monopoli di Stato e sprovvisti della licenza del questore, rilasciata ai sensi dell’art. 88 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS). La licenza per l’esercizio delle scommesse infatti può essere concessa esclusivamente a soggetti concessionari o autorizzati da parte di ministeri o di altri enti ai quali la legge riserva la facoltà di organizzazione e gestione delle scommesse, nonché a soggetti incaricati dal concessionario o dal titolare di autorizzazione. Inoltre la legge italiana prevede che anche gli scommettitori che utilizzano questi centri illegali commettano reato e siano quindi passibili di denuncia penale. Nel corso degli accertamenti di polizia giudiziaria sono stati sequestrati quattro computer e cinque stampanti, che venivano utilizzati per trasmettere per via telematica le scommesse agli allibratori stranieri. I responsabili dei tre centri sono stati segnalati alla locale procura della Repubblica per violazione delle norme che regolano il settore del gioco, per il contrasto delle scommesse clandestine, a tutela della correttezza nello svolgimento delle manifestazioni sportive. Continuano gli accertamenti della squadra amministrativa, estesi anche alle sale giochi. Oltre alla regolarità delle licenze e delle autorizzazioni, vengono verificati gli apparecchi da gioco, le cosiddette “slot -machine” e la loro conformità a quanto stabilito dalla normativa attuale.
FONTE: Tuscia Web