Il gioco d'azzardo contagia i giovanissimi
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C'erano una volta il mercante in fiera, il monopoli, la tombola in famiglia con i fagioli per segnare i numeri. Oggi ci sono le luci dei videopoker e delle slot-machine, i colori dei gratta e vinci, le combinazioni del superenalotto. Perché gli italiani sono "malati di scommesse" prima ancora di prendere la patente: almeno 800.000 ragazzini italiani fra i 10 e i 17 anni giocano d'azzardo, addirittura 400.000 bimbi fra i 7 e i 9 anni hanno già scommesso la paghetta su lotterie e bingo. Mentre gli adulti nascondono la testa sotto la sabbia: uno su tre afferma di non ricordare o non sapere se i propri figli giochino, nonostante oltre la metà abbia paura che i ragazzi vengano contagiati dal virus delle scommesse. Sono questi gli allarmanti risultati di un'indagine realizzata in Italia sul gioco d'azzardo nei minori, promossa dall'Osservatorio Nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza (Paido'ss) e presentata in anteprima durante l'International Pediatric Congress on Environment, Nutrition and Skin Diseases, a Marrakech dal 24 al 26 aprile. Stando ai dati raccolti, il 90% dei genitori non ha idea di che cosa significhi il termine ludopatia e in più della metà delle famiglie i computer di casa non hanno filtri che impediscano ai bambini e ai ragazzi di accedere ai siti per il gioco online vietati ai minori, così la malattia delle scommesse si sta insinuando fra i giovanissimi che spesso iniziano chiedendo di giocare a mamma e papà (48%) oppure a chi incontrano nei pressi delle sale gioco (34%). E' un pericolo sociale che i pediatri della Società Italiana Medici Pediatri (SIMPe) vogliono arginare attraverso la prima campagna di sensibilizzazione nazionale contro le ludopatie nei minorenni "Ragazzi in gioco": attraverso corsi dedicati ai pediatri e agli studenti nelle scuole si comincerà finalmente a parlare di dipendenza dal gioco, dei suoi sintomi e delle sue terribili conseguenze. L'indagine, condotta da Datanalysis intervistando 1000 genitori di ragazzini fra i 10 e i 17 anni, mostra chiaramente che il gioco d'azzardo è una minaccia concreta per i giovanissimi: il 35% degli adulti conosce ragazzini che frequentano sale giochi e in un caso su tre vi ha incontrato minori, dai quali peraltro ha ricevuto la richiesta di giocare al loro posto per eludere i divieti che impediscono alcune tipologie di scommesse a chi non è maggiorenne.
Fonte: Altro Quotidiano